Perché Sanremo è Sanremo?

Ve l’avevamo promesso, che avremmo seguito Sanremo.
Così ci siamo incollati al divano e al computer e ci siamo messi a studiare, alla ricerca della risposta alla domanda ontologica fondamentale: “Perché Sanremo è Sanremo?”.

Cominciamo dagli aggiornamenti. Alcune cose sono cambiate dall’ultima volta che abbiamo parlato del Festival. Tipo che adesso Tamara Ecclestone non c’è più. Troppi capricci e cachet troppo alto, pare. Un po’ come Celentano, che però invece pare che al Festival ci sarà.

La Babele sanremese che ci attende

E a proposito di Celentano, l’ultima novità dal Molleggiato è che si vorrebbe portare sul palco dell’Ariston nientemeno che Beppe Grillo. Il motivo, francamente, ci sfugge. Forse Grillo fa parte del piano di beneficenza con cui Celentano vuole devolvere il suo compenso?
Di certo il suo genovese biascicato non faciliterà le già labili comunicazioni in quella che si preannuncia come l’edizione più incomprensibile della storia della musica italiana, tra modelle che non parlano italiano, presentatori che non parlano inglese e cantautori che l’inglese se lo inventano. Giusto per celebrare l’Italia nel mondo.

Ma, vi dicevamo, per prepararsi al meglio ad affrontare quello che ci aspetta, le Telecomari si sono messe a studiare.
Il cuore di una gara canora sono, appunto, i cantanti, e allora: chi sono i cantanti in gara? Ognuno di loro nasconde torbidi segreti nel proprio passato.

E noi, in attesa dell’inizio del Festival, ve li racconteremo.
Stay tuned.
Burma!