Perché Sanremo è Sanremo? – Berté, D’Alessio, Fornaciari (Irene)

Telecomarare di Loredana Berté può sembrare veramente troppo facile: artista poliedrica e trasgressiva, nella sua carriera ne ha combinate davvero di ogni, in particolare sul palco dell’Ariston.

Gravidanze indesiderate con 25 anni di ritardo

Il suo rapporto di odio e amore col Festival si apre nel 1986 con la celeberrima apparizione in pancione finto (recentemente copiato da Lady Gaga) e si chiude con lo sfacelo del 2008, quando darà completamente i numeri in diretta, vantandosi, tra le altre cose, di aver completato la sua bizzarra mise di scena la notte stessa, cucendosi nel cappuccio una federa dell’albergo (saltate al minuto 5:43, se volete risparmiarvi la canzone e le farneticazioni extra).

Sappiamo tutti com’è poi andata a finire: Loredana è stata squalificata, e per evitare che desse di matto del tutto è stata premiata con un’onorificenza istituita appositamente per lei dalla città di Sanremo. In mezzo, un altro paio di momenti davvero imbarazzanti, tra cui ci è d’obbligo ricordare l’agghiacciante progetto Loredasia, tre pezzi con videoclip annessi in collaborazione con Asia “recupero-esseri-umani-in-disfacimento-per-dargli-il-colpo-di-grazia” Argento.
Questo con D’Alessio è il suo rientro a Sanremo dopo quattro anni d’assenza, e la sua decima apparizione sul palco del Festival. Le indiscrezioni la dicono insolitamente quieta e ragionevole. L’avranno sedata.

Gigi D’Alessio (si scrive con una “g”, ma si pronuncia con due) ha dei trascorsi notevoli, telecomaramente parlando. Ci ha dato soddisfazione addirittura con un film, Annare’, uscito nel 1998.

La soberrima locandina del film Annare’

Ebbene sì: Gigi aveva questa fissa del nome “Anna” da un bel po’ prima di incontrare la Tatangelo. O forse ha deciso di accasarsi con lei proprio perché aveva uno stock di canzoni già intestate a nome suo (Anna si sposa, Annare’ e ‘O posto d’Annare’).
Mistero del Vesuvio.
Ma, non potendo mostrarvi tutto il film, ve ne mostriamo l’essenza. Il fondamentale videoclip portante: Anna si sposa.

Vi riportiamo la storia; i corsivi sono verbo di Gigi, più o meno tradotto e interpretato. Il resto, comprese le ndt (Nota delle Telecomari) è nostro.
(Nota: Ci siamo lasciati andare a qualche piccola licenza linguistica di napoletanismo.)

Anna si sposa, me l’ha detto uno serio che non mi prenderebbe mai in giro.
Anna si sposa, tiene già la casa, alla faccia mia e pure vostra, che non sapete come arrivare a metà mese, figuriamoci a un mutuo. Chissà come ha fatto a dimenticarmi, se fin’a mo’ piangeva come un ospite di C’è posta per te.

Vediamo Gigi alle prese con qualcosa di più grande di lui: il telefono. L’effetto è lo stesso di quando Nino D’Angelo prendeva in mano i ricevitori per le sue straordinarie serenate in teleselezione; dev’essere una distorsione prospettica che affligge tutti i cantanti napoletani.

Nino D’Angelo in amorosa interurbana e un cantante nazi-napoletano in incognito

Sta provando a mandare un avvertimento ad Anna. La chiama per dirle di non scherzare coi Santi. Anzi, col Titolare dell’Esercizio: Gesù in persona (più o meno in persona).

Anna, se davvero ti sposi in chiesa con un altro, fai fesso a Gesù. Non dimenticare quante volte abbiamo pregato insieme, tu ed io. E tu hai il coraggio di tornare in chiesa per mentire, (baldracca, ndt)? Gesù si incazzerà moltissimo, andrai all’inferno e manco nella vita eterna ci potremo vedere (brutta cretina, ndt).
Quindi, cerca di tenere questa cosa per te, non mettere in mezzo Gesù.

Una breve pausa di parlato, degno di Piange il telefono. Con la bambina sfruttata per biechi fini sentimental-religiosi: un classico.
Ma riparte lo stalking l’inseguimento la disperata passeggiata di Gigi sulle tracce di Anna per tutta la città, mentre lei sbriga tutte le commissioni, fregandosene del fatto che Gesù poi si incazza e la manda all’inferno.
Si va verso un finale più intenso dell’ultima puntata di Non è la Rai.
Ancora un parlato, stavolta in rima: Salvatore Di Giacomo si sta rivoltando nella tomba più veloce delle fruste del Bimby per montare gli albumi a neve.
Un intenso sguardo d’intesa tra Gigi e il Crist’in croce: è difficile individuare il più sofferente e legnoso tra i due.
E Gigi, infine, stremato (anche noi, Gigi) si chiede se magari anche lui non avrebbe diritto a un finale come quello de Il Laureato.
Te lo diciamo noi, Giggi: no. Perché tu non sei Dustin Hoffman e Maria Monsè non è Katharine Ross.

Trova le dieci piccole differenze

Il Festival di Sanremo è pur sempre una manifestazione italiana, e i “figli di” non possono mancare. Irene Fornaciari ne è un classico esempio. Figlia di Zucchero Fornaciari, fa il suo esordio nell’album Bluesugar del padre, traduce i testi della colonna sonora di Spirit che verrà cantata dal padre, apre come supporter due tour del padre. Anche il suo esordio sanremese è benedetto dalla mano paterna: in gara nel 2009 nella sezione Nuove Proposte, nella serata dei duetti Irene viene affiancata dai Sorapis, estemporaneo quanto strampalato progetto di gioventù, indovinate un po’ di chi?, del padre. Insieme a Dodi Battaglia, Maurizio Vandelli e Fio Zanotti.

L’anno dopo, per restare fedele alla tradizione, Irene parteciperà di nuovo al Festival, stavolta entrando nella categoria Big grazie all’accoppiata con i Nomadi, che sono manco a dirlo amici del padre. Nonostante i sonori calcinculo del padre, Irene non ha mai raggiunto una vera notorietà, e la sua presenza tra i Big del Festival anche quest’anno si annovera per noi tra i grandi misteri della tele.
Peccato, perché alla ragazza la voce non manca. Sarà colpa del padre troppo ingombrante?